Se in questi giorni state leggendo su diverse testate giornalistiche la notizia
che sia stata scoperta una combinazione di farmaci che fa sparire il tumore al
seno in 11 giorni, mi auguro dal profondo del cuore che si sia palesato in voi
un dubbio riguardo all’attendibilità della notizia.
In realtà, su una notizia vera e sorprendente presentata alla Conferenza Europea sul Cancro al Seno di Amsterdam, è stata costruita una notizia irreale supportata da un titolo ad impatto immediato, che ha però enormi potenzialità dannose.
Facciamo chiarezza.
Il Professor Judith Bliss, il Professor Nigel Bundred e il Professor David
Cameron dell’università di Manchester hanno presentato i risultati preliminari
di uno studio condotto su un esiguo campione di pazienti (66 persone) colpite da
una forma particolare di tumore al seno (Her2 positivo) di dimensione inferiore
ai 3 cm; nell’11% dei casi, quindi in 8 persone, questo tumore dopo 11 giorni di
terapie è scomparso totalmente.
Fermiamoci un secondo a ragionare, è importante.
Quel che abbiamo appena letto, si può tradurre in questo modo: in un campione di
66 pazienti, in 1 caso ogni 9 di tumore al seno, della sottofamiglia Her2, con
dimensioni inferiori ai 3 cm, si è rilevata la scomparsa del tumore stesso in
seguito ad un trattamento di 11 giorni con una particolare combinazione
sperimentale di Trastuzumab e Lapatimib.
Titolare un articolo con “Tumore al seno, studio britannico – Mix farmaci lo fa
sparire in 11 giorni ” come visto su alcune testate giornalistiche nazionali è
quantomeno incauto,
perché sembra riferirsi ad OGNI cancro mammario, e quindi
trascina OGNI persona con cancro mammario e OGNI parente di una persona con
cancro mammario nell’illusione di una guarigione totale in 11 giorni.
Per la mia esperienza formativa e professionale, garantisco che nessuna persona coinvolta
in una storia di tumore mammario può essere in grado di dominare le emozioni
date da questo titolo e capire, anche leggendo l’articolo, che in realtà si
tratta di un particolare tipo di tumore al seno, di una determinata e limitata
dimensione, in una terapia sperimentale (e quindi ancora a lungo non a
disposizione dei pazienti) testata su un campione esiguo di persone che ha
mostrato che, comunque, in 8 casi su 9 non si verifica quanto riportato nel
titolo. Fate voi una vostra deduzione di quante persone da questo articolo
escano informate, e quante escano illuse, con una relativa proporzione di
beneficio o danno.
Una volta accortisi dell’uso che la stampa ha fatto della notizia, gli stessi tre professori hanno emesso questo comunicato, leggibile sul sito dell’ECCO, l’European CanCer Organization.
Desideriamo sottolineare che la nostra ricerca ha evidenziato che questo
trattamento sia adatto per un gruppo di donne con un particolare tipo di cancro
al seno. Non abbiamo alcuna prova che sarebbe efficace per qualcosa di diverso
rispetto ai pazienti con nuova diagnosi di tumore al seno HER2 positivo.
Inoltre, non sappiamo ancora quale effetto il trattamento avrà sulla
sopravvivenza a lungo termine.
Sebbene noi non vogliamo sminuire l’importanza dei risultati, esortiamo alla
cautela nella loro interpretazione. Ulteriori studi saranno necessari prima di
poter confermare questi risultati, anche in pazienti positivi HER2.
In sintesi, i risultati di questo studio potrebbero essere molto importanti per
alcune persone con un particolare sottotipo di tumore al seno, ma avremo le
risposte definitive e concrete solo in futuro; al contrario,