Il fumo fa male, parliamone bene.

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Leggo in questo articolo dello Sportello Cancro del Corriere.it un approfondimento interessante riguardo alla poca conoscenza dei rischi che corre chi fuma un numero di sigarette considerato ridotto dall’immaginario collettivo.

Effettivamente, l’articolo illustra bene il punto di vista della prevenzione, mettendo in risalto sia l’elevato rischio di patologie a cui si espone un fumatore, sia l’insuccesso delle campagne di informazione e di prevenzione.

Tuttavia, rileggendolo un paio di volte ci sono state alcune domande che mi sono sorte: innanzitutto, mi sono chiesto se effettivamente non ci sia anche una grande dose di responsabilità da parte di noi medici se, come si evince dall’articolo, la collettività non ha raggiunto un livello di informazione sufficiente riguardo ai rischi legati al fumo.

Quante volte siamo stati capaci di parlare dei danni da fumo ad un paziente facendo pura informazione priva di giudizio?

Ed è davvero efficace la tecnica di informazione filo-terrorista del “Se non smette, le succederà questo”?

Certo, la mia è una domanda in parte provocatoria: è evidente che per esercitare la professione in maniera corretta, non ci si può esimere dal presentare i quadri effettivamente spaventosi a cui porta l’esposizione dose e tempo dipendente al tabacco, in ambito oncologico ma non solo. Ma per quella che è la mia esperienza (personale prima ancora che professionale), un tabagista smette di fumare per una scelta che è sua prima di chiunque altro: sicuramente l’informazione del medico è indispensabile, ma dobbiamo essere molto bravi per non decorarla di velate accuse di autolesionismo sulle quali è legittimo scatti un meccanismo di difesa e giustificazione, perché siamo sì co-responsabili della salute dei nostri pazienti, ma non ne siamo né padroni, né ospiti incondizionatamente graditi.

Poche sigarette al giorno fanno male, e visti i danni che creano non possono essere in alcun modo un traguardo soddisfacente; tuttavia c’è chi fuma cinque sigarette al giorno e fino a un mese fa ne fumava trenta, e nella più che dimostrata variabilità dei danni a seconda della dose a cui ci si espone, già questo può essere un progresso significativo e accettabile, e senza dubbio uno sforzo che va apprezzato: dobbiamo spendere le nostre energie per sottolineare anche questo, perché spesso è necessario che ci trasformiamo non solo in informatori sanitari, ma in veri e propri motivatori in un percorso difficile in cui la vera protagonista è la forza di volontà che muoverà il nostro paziente.

Noi medici per primi dobbiamo riconoscere che spesso non rispettiamo in toto le migliori indicazioni per un comportamento finalizzato alla tutela della nostra salute in moltissimi ambiti: se bastasse l’informazione, non ci sarebbero medici tabagisti. Invece ce ne sono tanti, perché prima ancora che dottori siamo uomini, e io sono fermamente convinto che se ci ricorderemo questo nell’approccio con i nostri pazienti, sapremo rendere molto più efficaci le informazioni che è necessario passar loro per una corretta informazione sui danni che il tabacco esercita sul nostro corpo.


Cover Image is a derivated of:

Title: “Cigarettes” by author PeterFranz License: “Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)”

Title: “Public Speaking” by author JohnDiew0107 License: “Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0)”

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